STORIA - Mi pare che in questa commedia
anche lei recitava?
CAMPANILE - Sì, facevo la parte di un bandito che suona la fisarmonica e
poi viene decapitato. Parte difficilissima poiché non tanto la
decapitazione, quanto il suonare la fisarmonica era per me una vera
tortura. Si potrebbe dire che, piuttosto di suonare la fisarmonica mi
sarei fatto tagliare la testa, se nella commedia non avessi dovuto
affrontare entrambe queste prove. In certe città l'impresario, avido
d'incassi, stampava sui manifesti:
"L'autore parteciperà alla rappresentazione suonando la fisarmonica,
strumento nel quale è maestro".
STORIA - Ci furono altri episodi drammatici?
CAMPANILE - La commedia fu rappresentata anche in America, anche in
Africa, davanti a pubblici di colore. A Roma, essendoci in teatro ministri
e gerarchia ci furono una decina di arresti fra i tumultuanti pro e
contro. Condotti in gattabuia, gli arrestati furono fatti denudare e
vennero tolte loro fin le stringhe delle scarpe per tema che in un momento
di sconforto tentassero di toglierei la vita. Cosa a cui non pensavano
nemmeno lontanamente. Ma è una misura abituale. Comunque, pensate al
dramma di uno che va a teatro e poi si trova in gattabuia completamente
nudo.
Fu a Roma che gli attori, colti da panico, al secondo atto sospesero la
rappresentazione della mia commedia e ne recitarono un'altra. Cosa senza
precedenti nella storia dei teatro.
Questa mia commedia è per me legata al ricordo di una buona azione. La
compagnia era povera, con le altre commedie dei repertorio non faceva una
lira, soltanto con la mia riempiva inverosimilmente il teatro,
raddoppiando e triplicando i prezzi. Ma c'era il pericolo d'essere
linciati. Che cosa escogitarono, allora? Davano la mia commedia l'ultimo
giorno facendo un incasso fenomenale e poi scappavano. Andavano avanti con
le altre per quindici venti giorni, boccheggiando dalla fame. L'ultima
sera davano la mia commedia: pienone strabocchevole, file d'automobili,
fiumane di gente, tutti allegri, tutti contenti, tutti guadagnavano:
quelli erano fischi d'oro. Poi si spegneva la luce e cominciava la
sarabanda infernale del pubblico.
Ricordo che da Corno prendemmo il treno immediatamente dopo l'ultima
battuta. Nei caldi scompartimenti luminosi ci dividemmo il bottino,
eravamo già quasi arrivati a Milano e gli spettatori in teatro
continuavano ancora a tumultuare, a scambiarsi insulti sanguinosi, a
tendere i pugni verso il sipario dietro il quale non c'era più nessuno.
STORIA - Adesso ci ha incuriositi. Ci farebbe sentire un pezzettino di
questa sua commedia?
CAMPANILE - Volentieri, purché non facciate cagnara anche voi.
STORIA - Oh, no! Ormai sono passati trent'anni, i tempi sono cambiati.