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Questa commedia di A. Campanile fu trasmessa alla Radio il 6 novembre 1960 e pubblicata in "Ridotto", rassegna mensile di Teatro nel numero 3 di marzo 1984
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VOCE CHE ANNUNZIA - Commiato!
(a bassa voce) Per oggi, beninteso.

VOCE CHE DECLAMA -

Già le foglie degli alberi
cominciano a ingiallirsi,
quanto ciò; mi dispiaccia
è cosa da non dirsi!

Era un albero verde,
s'ergea diritto al cielo.
tra poco lo vedremo nudo,
stecchito al gelo.

E tutti quei progetti che
sorrideano a maggio?

Ahi, non uno è rimasto,
mi vien meno il coraggio.

Come i giorni s'infilano
l'uno appresso dell'altro!
Chi, ne vuoi far tesoro
dev'esser molto scaltro!

Ma il giorno declina ed è l'ora,
signore e signori, d'andare;
c'è ancora un viaggio,
c'è ancora un'ultima strada da fare.

Farò; col mio passo sommesso
dell'isola tacita l'erta.
La luna vicino al cipresso
imbianca la strada deserta.

(Musica)

CANTO -
Sulle strade dei mondo stasera
infiorate di lampioncini
gialli rossi arancione turchini
comincia una festa, una festa per me!

Sulle rive del Bosforo ardente,
pescatori che tiran le reti,
fanno canti leggeri e discreti
ed i pesci stan quieti ed aspettano me.

Sui giardini dei principe Sahva
profumati di gelsomino
c'è una luna sottile sottile
che brilla un pochino soltanto per me.

Sulle sponde dei Mississippi
c'è un'amazzone al galoppo,
che singhiozza, ma è piccola troppo
per fare l'amore, l'amore con me.

Perché, poi, mentre è notte quaggiù,
in America è mattina,
e la povera cara piccina
ha le gambe per aria e la testa all'ingiù.

Perché poi. mentre è notte quaggiù.
ecc. ecc.
Fine




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