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1939
Sempre piuttosto distaccato dalle vicende politiche, Campanile vide tuttavia i suoi inizi giornalistici contrassegnati da una frequentazione piuttosto evidente con giornali e riviste in qualche modo legati al fascismo . Né forse poteva essere diversamente per chi voleva avviarsi a quella professione in quegli anni. Non poteva fare eccezione Campanile che, tra l’altro, poteva contare sull’appoggio influente del padre, legatissimo da vincoli di amicizia e di collaborazione a Capasso Torre, capo ufficio stampa del Governo tra il ‘24 e il ’27.

Per i rapporti di amicizia con Ciano fu incaricato dal Ministero degli Esteri per una serie di conferenze contro le "sanzioni inique".

A testimoniare l’amicizia con il genero del Duce la partecipazione ai funerali del padre, Costanzo Ciano.


Dal diario dell' anno 1939
Giugno
26 lunedí
Parto da Roma alle 13 1.classe col rapido per andare a Livorno ai funerali di Costanzo Ciano. In treno Maratea che parla di Cornabò, del Giro di Francia ecc.

A Livorno vado un momento al Palace dove incontro il ministro Pavolini che dà la mano un po’ esistante perché Starace (vuole il saluto romano) potrebbe vedere.
Alloggio al Corallo.
Al "Telegrafo" dove trovo Amicucci e Pallotta.
Firmo registro funerali.

27 martedí
Mattina presso la salma.

A mangiare al Pancaldi con Amicucci e Polverelli. Poi a Viareggio con Amicucci a prendere Ricci. Ai funerali: Balbo, Marinetti ecc. Dopo al Corallo. Amicucci manda via l’automobile con un tale dentro. Io resto per partire col treno.

Notte al Corallo, Lilli, Pallotta, Mascagni, Tanzini.

28 mercoledí
A Roma. Scrivo a Galeazzo Ciano una triste lettera di condoglianze.


Queste amicizie gli hanno procurato anche critiche di qualunquismo moralistico o di servilismo nei confronti del potere. Ma era chiaro che i suoi romanzi si trovavano lontano mille miglia da ciò che il regime pensava che la realtà dovesse essere.
Del resto anche ne Il diario di un uomo amareggiato quando Gino Cornabò neppure cavaliere fu condotto al cospetto di Hitler, durante il viaggio che questi fece in Italia nel ’38. Disse "che conveniva diffidare di chiunque avesse incarichi di dittatore, guance pitturate di rosa e baffi pitturati di nero"


Achille Campanile si sposò la prima volta nel 1940. Della prima moglie, della quale si parlava sempre poco volentieri in casa Campanile, pare anche difficile ricostruirne l’idendiari_titoloà. Pare che si chiamasse Maria Rosa Lisa. Ma nulla di più. Il loro rapporto fu contrassegnato da continui e feroci litigi fino alla separazione. Nei diari Campanile la cita sempre con le sole iniziali del nome. Bartoli, con il quale lo scrittore si confida è Amerigo Bartoli, noto pittore e carissimo amico di Campanile.


Dal diario dell' anno 1939
Luglio
4, 11, 18 martedí
Dopo aver fatto e spedito alla Stazione il Fuorisacco, a piedi, cammino; in piazza Barberini vedo una bionda che suona porta pensione Pincio, angolo Sistina; mi avvicino, lei mi riconosce. E’ RM.

Gelato e gin fizz da Egidi.

Mi dice che è a Roma per ottenere dal Ministero un permesso d’importazione di cacao per conto di tal Vergnano, diari_titoloolare d’una fabbrica Gioberge di cioccolato, che ella dice essere suo cognato (poi dovrà ammettere in seguito che non era affatto cognato suo, ma un suo innamorato.

Dicembre
2 dicembre


Lite con RM che non viene al’Excelsior al tè danzante. Dopo essere stato scacciato da le, che spesso pretendeva andare a ballare da sola ( e che abitava all’albergo Regina mentre io in casa mia) non mi faccio vedere per un giorno e, contrariamente al solito, non le telefono.
La sera a cena da Vincenzo.
A casa...... cameriera

Dopo viene Bartoli da me. Mi confido. Mi dice che anche lui ha passato molti guai con le donne, suo padre lo confortava. Mi dice:
- Resisti. Non ti fare più vivo.
- E se lei mi cerca?
- Non ti far trovare
- E se mi telefona?
- Non rispondere. Anzi tieni il ricevitore staccato tutta la notte, cosí non può chiamarti. Sii un uomo.

Mi dice che il mio torto è di correre dietro alle donne. Bisogna fregarsene. Le donne sono allora più buone. Sono esse a correrci dietro.
Mi convinco. Tutta la notte telefono staccato. Si sente il tu tu quasi lugubre.
Papà dorme nella sua camera. Elena forse a Nerola?
Cameriera dorme laggiù.
Tu tu..tu..tu

3 domenica

RM. Mi telefona duramente di resdiari_titolouirle certe sue foto che ho.

Telefono a Bartoli (O mi telefona lui)

Mi dice: - Non andare. Aspettami, gliele porto io. Tu non ti far vedere.
- Ti accompagno

Andiamo in tassí al Regina.
Dico a Bartoli: - Vado io, sarò forte.
Lui: - Sei fregato

Non ci rivedemmo che dopo matrimonio.

RM. Scende le scale albergo piangendo disperatamente. Dice che non può vivere senza di me. Che mi avrebbe cercato in tutta Italia. Che tutta la notte ha chiamato al telefono e che sentiva il lugubre fruscio dei platani sotto il balcone ma lei stava affacciata invece di dormire.

Mi sembra di sognare. E’ irriconoscibile. Penso che è molto facile domarla. Basta un gesto di forza, mi incoraggio. Sono già deciso a seguirla.

A colazione assieme.
La sera partiamo per Torino.
Addio casa, padre, sorella, libri addio!
Difatti fu finita per me.

4 lunedí

Arrivo a Torino. Albergo Sitea.
Metto a posto "Benigno" per la "Nuova Antologia" , in albergo e lo spedisco.
A Poirino per documenti padre RM.
Anello brillanti e fede platino.
Visita casa di S. Giovanni Bosco
14 giovedí
Da un frate assieme per far benedire l’anello. Lei gli aveva già parlato. Acquisto dei confetti.
Certe volte passo la notte sveglio, vesdiari_titoloo, se mai udissi aprire quella porta al capo opposto del corridoio e lei uscire.
17 domenica
Mi sveglio presto e mi alzo più morto che vivo all’idea che debbo andare a sposare. RM. Mi chiama nella sua camera perché assista mentre lei brucia documenti del Vescovo. Io butto i resti nel gabinetto e mi pento subito, come di un delitto.

Lei mi dice di avere buttato nel gabinetto la fede (l’altra). Dice di aver distrutto da alcuni giorni l’altra carta d’idendiari_titoloà (col nome Bernini). Sarà vero?. Temo che abbia due carte d’idendiari_titoloà.

Proprio stamani arriva lettera Emi che mi fa condoglianze per zia Iole.

A sposare. Tassí. Municipio. Testimoni: Quadrone e Morbelli. Lei tutta tremante, emozionata. Mi dice: "Sto per svenire"

A pranzo noi due Taverna Dantesca. (Dante era il mio idolo quand’ero ragazzo. Dante! Ho tutto dimenticato?) pioggia di confetti che cadono dalle tasche mentre entriamo al ristorante. Spumante e brindiamo.

Usciti dal ristorante incontriamo l’impresario Fiandra che già conosceva anche lei.

Lei: " Sa che stamattina ci siamo sposati?"
Io rido: "Scherza" dico.
Mi vergognavo. Fiandra: "L’ho capito che scherza"
Nel pomeriggio al teatro da Fiandra ( c’era Alberto Collo) E la sera a ballare al Cristallo (mi pare proprio di sí).


E, a conferma che tutti detestavano questa figura di donna avida e dispettosa, vi sono diverse foto dell’album di famiglia dove si vede lo scrittore in una foto tagliata a metà: nell’altra parte ci doveva essere la prima moglie.

"Ci diede battaglie e fastidi fino alla fine" ricorda ancora Gaetano Campanile "E’ stata capace di mandare anche una persona al funerale di mio padre per cercare di creare scompiglio tra i parenti.

"Fu un matrimonio disgraziatissimo" ricordava lo scrittore quando suo malgrado era costretto a parlarne "che è durato tre anni; prima desideravo diventare vedovo, poi desideravo che diventasse vedova lei, tanto per uscirne in qualche modo"


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