Maanche se immaginava benissimo il tempo come uno spazio in cui teoricamente si
possa passare varie volte come i cavallucci d'una giostra; anche se, in via
affatto teorica, poteva supporre l'assurdità che da uno venisse generato un
altro fino a chiudere il cerchio in modo che l'ultimo ad essere generato
generava a sua volta precisamente quel primo da cui discendeva, c'era un fatto
sul quale non poteva aver dubbi di sorta; ammessa l'ipotesi del "da
sempre" lui sarebbe già dovuto passare infinite volte e invece sapeva
benissimo, nessuno poteva saperlo meglio di lui, che ora per la prima volta
passava sul suo cavalluccio.
Scartata l'ipotesi.
Forse il carosello fa un giro solo?
Allora
il movimento non è da sempre e anche in questo caso bisogna ammettere un cominciamento.
Dunque in tutti i casi bisogna riconoscere un Creatore.
E
allora gli tornavano tutti i dubbi.
Ma
allora domandati perché il Signore ci fa nascere bambini invece che già
adulti. Perché fa nascere la farfalla dal bruco invece che già farfalla.
Perché fa nascere i frutti dai semi e questi dai frutti, invece che creare già
i frutti.
Demonio
del pensiero che scarti tutte le ipotesi e non sai dirmi niente dell'anima,
forse tu non sei un demonio, forse sei semplicemente un imbecille. Vieni
qua, che ti veda bene in faccia. Che cosa sei?
0
diavolo di cartapesta, o tapino fatto di vento e d'ossa, che dèmone sei tu? tu
sei dèmone di stoppa. E quando il pensatore dice: «Forse esisto soltanto
lo perché di tutto ho percezione attraverso i miei sensi», egli pensa, cioè
parla dentro se stesso, cioè fa una cosa che presume anche l'esistenza degli
altri, poiché si parla proprio perché esistono gli altri.
Ma
allora come si spiega che certe volte penso a varie cose contemporaneamente?
Non si possono fare due discorsi nello stesso tempo.
No,
io penso a una sola cosa. A un tratto viene un'immagine, un ricordo,
un'idea che possono essere perfino estranei a quello che sto pensando e sono
come un lampo.
Da: "Avventura di un'anima"
1945 - De Luigi
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