Soltanto il morto sembra aver capito la situazione ed essersi messa l'anima in pace.
Finché c'è vita c'è speranza. Finché c'era un filo di speranza,
anch'egli s'è agitato, ha fatto gesti incomposti e detto parole insensate. Ma
ora non piú. Ora è l'unico che sappia far la propria parte. Guardatelo. E'
morto da poche ore e già pare praticissimo di queste cose. Tra i fiori e le
candele, steso sul letto, vestito del suo abito migliore, ha già assunto
quell'aspetto impenetrabile, quel pallore, quell'immobilità, quella freddezza
caratteristiche. Insomma, ha già quello che i francesi chiamano le physique du
rôle. Tutti i vivi s'agitano come pulcini nella stoppa, rivelando
un'impreparazione deplorevole. Nel morto, nessuna sorpresa. Si direbbe che in
vita sua non abbia mai fatto altro che morire. Guardatelo, come è steso sul
letto. Non dà retta a nessuno, non fa commenti.
"Ma
come? Se poche ore fa pareva non volesse mai staccarsi dalle persone e dalle
cose che lo circondavano? Possibile che si sia già rassegnato?"
"Che vuoi che le dica? Non s'occupa piú di nessuno, nemmeno di se stesso.
Lo vestano, lo svestano, lo chiudano in una cassa, se ne disinteressa
completamente."
"Se
vogliono lasciarlo lì, ci resta".
"Vogliono
pregare? Preghino".
"Piangere? Piangano".
"Sta lì, fermo, e lascia fare tutto".
"Tranquillissimo".
"Come si trattasse d'un altro, avete notato?"
"Ma dove avrà imparato a fare così bene il morto?"
"Non arrivo a capirlo. E non è questione di cultura, d'età o d'altro. I poveri lo sanno fare come i ricchi. I sapienti come gl'ignoranti. Giovani e vecchi, fin
dal primo momento dopo che son morti, se ne stanno col medesimo assenteismo.
"Guardatelo, com'è disinvolto, e imparate. C'è niente da ridire?"
Viene il medico del municipio, tocca, esamina, lo trova perfettamente a posto. Dice: "Fategli un clisterino".
E se ne va, approvando pienamente.
Viene
il prete, benedice il defunto, che lascia fare.
E se ne va.
Vengono
gli amici e hanno la sorpresa di trovarlo già perfettamente ambientato sul letto di morte. Non ha messo molto a prendere il nuovo aspetto. I sopravvenienti
balbettano smarriti:
"Ma come? Ma quando?".
Lui non ci pensa nemmeno. Non ha perso un minuto. Ha preceduto tutti nel farsi, come si suoi dire, mente locale. E' già pronto per l'eternità. Bravo!
Da: "Il povero Piero"
1959 - Rizzoli
top
| back